Si è conclusa a Bitonto, presso lo stabilimento Finoliva Global Service, con il Convegno Nazionale sulla Sostenibilità in Olivicoltura Biologica la prima fase di BIOLEVO, progetto ideato da Biol Italia e finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
Un percorso, quello avviato dall’Associazione di produttori biologici italiani – condiviso da agricoltori, tecnici, frantoiani e operatori del settore che si sono confrontati con esperti scientifici, agronomi, ricercatori e docenti universitari – finalizzato al miglioramento della qualità dell’olio biologico.
Gaetano Paparella: presentati i risultati e le prospettive di Biolevo

“Questo convegno – dichiara Gaetano Paparella, responsabile del progetto Biolevo – conclude, un anno e mezzo di lavoro; un’iniziativa che ha coinvolto centinaia di olivicoltori in tutta Italia tramite iniziative di formazione e formazione, workshop, tour dell’innovazione, attività di consulenza e promozione. Oggi abbiamo riportato i risultati di questo lavoro e messo le basi per il proseguimento dell’azione, accogliendo diversi contributi scientifici di natura agronomica, economica e organizzativa, per la creazione di un movimento che vede come protagonisti non solo gli olivicoltori ma anche gli altri soggetti in un’ottica di agroecologia. L’obiettivo – continua Paparella – è quello di avere un’azienda in qualche modo autosufficiente, ma anche un territorio capace di contribuire al benessere della comunità.”

Un obiettivo che abbraccia la mission del Bio Distretto delle Lame, associazione di aziende agricole, operatori turistici e culturali, enti e cittadini che – come illustrato dal presidente Benedetto Fracchiolla – collaborano per una gestione sostenibile del territorio. In un progetto ambizioso sposato dai Comuni di Bitonto, Ruvo di Puglia, Toritto e Terlizzi e attenzionato da altri enti.
“Sono molto lieto di ospitare questo incontro – sottolinea Francesco Paolo Ricci, sindaco di Bitonto – e i referenti ed esperti che hanno scelto di confrontarsi su un tema tanto delicato in un territorio da sempre vocato all’agricoltura e in particolare all’olivicoltura. I nostri produttori stanno puntando molto sulla qualità del prodotto che permetterà di meglio competere sul mercato. Noi, da parte nostra, ci impegniamo ad affrontare una serie di problemi, che vanno dal controllo delle nostre campagne dalla tutela dei nostri olivi, per garantire la difesa e salvaguardia del territorio.”
Biolevo, le sfide della sostenibilità olivicola

Ad aprire il convegno, la sessione scientifica, dedicata alle sfide della sostenibilità olivicola, che ha visto la partecipazione di importanti studiosi ed esperti. Come il professor Riccardo Gucci, dell’Università di Pisa, che ha condiviso con gli olivicoltori i risultati delle analisi effettuate sulle nuove tipologie di ulivi antixylella e il professor Luigi Roselli, dell’Università degli Studi di Bari, che ha illustrato i dati di uno studio che riguarda il grado di transizione agroecologica dell’agricoltura italiana. “Bisogna lavorare su più fronti – ha spiegato Roselli – sostenendo la diversificazione e la multifunzionalità, aiutando le piccole e medie imprese, potenziando la condivisione delle conoscenze necessarie allo sviluppo e diffusione di pratiche agroecologiche.”
Il convegno, che ha registrato nel pomeriggio un confronto tra addetti ai lavori provenienti da tutta Italia, si è concluso con una tavola rotonda che – analizzando punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce del settore – ha evidenziato la necessità di effettuare controlli più severi su origine e qualità del prodotto e migliorare la strategia per una maggiore competizione internazionale, che deve necessariamente passare dal racconto dei tratti identitari di ciascun territorio.




