La bellezza del paesaggio di una regione tra le più attrattive d’Italia, come la Puglia, è spesso vittima di un discutibile fenomeno, quello dell’abbandono dei rifiuti nelle campagne. Un’azione che minaccia non solo il paesaggio, ma anche le aziende agricole proprietarie di quei terreni trasformati in discariche a cielo aperto. Secondo il rapporto Ecomafie 2021 di Legambiente, la Puglia con 3.734 infrazioni accertate, occupa il terzo posto nella classifica dell’illegalità ambientale, con le province di Bari, Foggia e Lecce che si collocano rispettivamente al terzo, dodicesimo e diciottesimo posto nella classifica nazionale. Gradino più basso del podio anche per le infrazioni accertate nel ciclo illegale dei rifiuti.
Un fenomeno dilagante che per gli agricoltori si trasforma di un duplice danno.
La normativa di riferimento è contenuta nell’art. 192 del Testo unico sull’Ambiente
Il ripristino dei luoghi – si legge in una nota della CIA – è spesso imputato dai Comuni al proprietario del fondo in virtù di una colpa generica, consistente, di solito, nell’assenza di recinzione o di sistemi di videosorveglianza. “Le amministrazioni locali devono svolgere le dovute indagini – conclude D’Amico – per accertare chi è stato l’autore dell’abbandono dei rifiuti e non è pensabile che le spese di rimozione e smaltimento cadano sulle spalle degli agricoltori ignari che si ritrovano dalla sera alla mattina i propri terreni, i propri appezzamenti invasi dai rifiuti di ogni genere, anche rifiuti speciali quindi anche molto pericolosi per la salute.”