19 Gennaio 2025

Emissioni industriali, esclusi gli allevamenti dalla proposta della nuova Direttiva

La Commissione per l'Agricoltura e lo Sviluppo rurale del Parlamento europeo esclude gli allevamenti dagli obblighi della nuova Direttiva proposta dalla Commissione Europea

Più visti

Con 36 voti a favore, 8 contrari e 2 astenuti, la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha approvato la proposta di revisione della Direttiva sulle Emissioni industriali, escludendo gli allevamenti bovini dagli obblighi derivanti dalla Direttiva ed eliminando ogni ulteriore onere per gli allevatori di suini e pollame. La direttiva sulle emissioni industriali è lo strumento dell’Unione Europea che regolamenta l’inquinamento causato dagli impianti industriali e dalle aziende zootecniche per allevamenti intensivi. Gli impianti e le aziende agricole su scala industriale – come si legge sul sito del Consiglio Europeo – sono tenuti a operare conformemente a un’autorizzazione rilasciata dalle autorità nazionali, utilizzando come standard le migliori tecniche disponibili.

A generare il malumore degli addetti ai lavori era stata la proposta iniziale della Commissione Europea di includere gli allevamenti di bovini con un numero di unità di bestiame adulto superiore a 150 capi, di suini con un numero di unità superiori a 500 suini da ingrasso o 300 scrofe da riproduzione e di pollame con più di 10 mila galline ovaiole, nelle attività coperte dagli obblighi di rendicontazione delle emissioni industriali.

Lo scorso mese di marzo il Consiglio dei Ministri Europei all’Ambiente aveva modificato le soglie d’inclusione della proposta della Commissione. Un compromesso a cui l’Italia ha detto no

Un compromesso era stato raggiunto lo scorso mese di marzo dal Consiglio dei Ministri Europei all’Ambiente, che aveva modificato la proposta della Commissione per portare le soglie di inclusione nella direttiva per gli allevamenti intensivi di bestiame a oltre 350 per bovini, suini e allevamenti misti e oltre 280 per gli avicoli. Una decisione che non è piaciuta all’Italia, unico Paese a votare contro. La sconfitta incassata lo scorso marzo, però, potrebbe diventare solo un ricordo. Il testo approvato lo scorso 25 aprile dagli eurodeputati della Commissione Agricoltura chiede che gli allevamenti bovini siano esclusi dalle regole e che le regole riviste si applichino solo alle aziende con più di 40.000 posti per pollame, 2.000 posti per suini da produzione o 750 posti per scrofe, nonché alle aziende con 750 posti unità di bestiame. La commissione agricoltura ha inoltre introdotto diverse disposizioni che semplificano le procedure di registrazione e riducono gli obblighi per gli operatori agricoli. La palla passa ora alla Commissione Ambiente dell’Europarlamento, chiamata al voto a fine maggio.
Condividi:
spot_img
spot_img

Le ultime