19 Gennaio 2025

Dalla varietà di olivo Sant’Agostino una speranza contro la Xylella fastidiosa

Coldiretti Puglia rende noti i risultati del progetto Biosavex portato avanti da un ampio partenariato

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Sono in corso indagini diagnostiche sulla varietà Sant’Agostino, un olivo da mensa che sta mostrando resistenza al batterio killer della Xylella fastidiosa. Un iter indispensabile, che passa attraverso test e verifiche obbligatorie, per richiedere all’Unione Europea l’autorizzazione al reimpianto di altre varietà, oltre al Leccino e a FS-17. È la Coldiretti Puglia a rendere noti i risultati del progetto Biosavex, Olive Biodiversity for Saving Salento from Xylella, con cui si intende osservare e monitorare alcune prove sperimentali su campi di conservazione di germoplasma olivicolo di varietà locali, oltre alla realizzazione di due campi sperimentali‐dimostrativi plurivarietali impiantati nell’area del Salento. Il progetto è portato avanti da Impresa Verde Puglia, dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro – Dipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e Degli Alimenti – Disspa, dall’Università degli Studi di Pisa – Dipartimento Di Scienze Agrarie, Alimentari, Agro-Ambientali (Disaaa-A), dall’Istituto Scienze Della Vita – Scuola Superiore Di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna, dal Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura “Basile Caramia”, dal CREA Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente, sede di Bari, dal CNR – Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante e Coldiretti Puglia, nelle aziende agricole Tremolizzo Cosimo, Martella Francesca, Olearia Murrone Srl e Coopolio Salento.

© Foto: Puglia Verde

Nell’area infetta, sottolinea Coldiretti Puglia, 183.000 ettari e 21 milioni di alberi risultano contaminati dal batterio della Xylella

Sul fronte della ricerca, intanto, sono stati selezionati in Puglia 35mila semenzali spontanei, numerosi semenzali già a frutto che hanno superato la fase giovanile, di cui 190 asintomatici selezionati e analizzati con PCR quantitativa, 33 semenzali risultati privi del batterio a successive analisi, di cui 23 già riprodotti e pronti per essere sottoposti ai test di patogenicità – rende noto Coldiretti. I risultati attesi riguardano nuove fonti di resistenza e nuove varietà, uniche e nate in loco da genitori autoctoni, per attività di incrocio. Va in questa direzione il progetto di ricerca e sperimentazione ‘ResiXO’ condotto dal CNR-Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante di Bari, sostenuto dalla Regione Puglia. Il programma consiste proprio nell’individuazione di varietà con caratteristiche di resistenza alle infezioni, un aspetto chiave per la sostenibilità economica dei nuovi impianti e per sostituire su larga scala le varietà suscettibili, mediante reinnesto o sovrainnesto adattati alle specifiche condizioni locali.

La sperimentazione, dunque, così come gli innesti, lo studio della biodiversità e i progetti di rinaturalizzazione, vanno supportati, sostiene Coldiretti Puglia, ma occorre anche velocizzare l’iter di autorizzazione per l’utilizzo delle nuove cultivar che, sulla base delle risultanze delle sperimentazioni del CNR, presentano caratteri di tolleranza alla Xylella, assicurando la liberalizzazione del “brevetto” FS-17 nei tempi previsti. Il monitoraggio, il campionamento, l’analisi di laboratorio, la continua ricerca per l’individuazione dei focolai nei primissimi stadi della infezione su piante sensibili, e la successiva rimozione secondo legge, così come il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati, inoltre, restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. Un contagio che potrebbe – conclude Coldiretti Puglia – costare miliardi di euro nei prossimi 50 anni in Europa, mentre in Italia, se l’espansione della zona infetta non venisse arrestata, l’impatto economico.

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