I primi giorni dell’anno sono, da consuetudine, dedicati alla pubblicazione di classifiche che riguardano ogni settore, compreso quello alimentare. E precisa come un orologio è arrivata, qualche giorno fa, quella della rivista americana US News & World Report, che ha sancito che la Dieta Mediterranea è la migliore in assoluto del 2024, sopravanzando altri due regimi a base vegetale: la dieta DASH, indicata contro l’ipertensione, classificatasi al secondo posto e la dieta MIND, un modello alimentare che fa bene al cervello e che aiuta a prevenire l’Alzheimer. Una consacrazione piuttosto che una vittoria, visto che sono 7 anni consecutivi che la Dieta Mediterranea si posiziona, secondo la rivista americana, al vertice di questa speciale graduatoria stilata da una commissione di 43 esperti.
Determinante per l’attribuzione del punteggio la completezza nutrizionale, i rischi e benefici per la salute e la sostenibilità a lungo termine di ciascuna dieta
La dieta mediterranea, secondo gli esperti, continua dunque ad essere considerata la migliore in assoluto. Non a caso Il 16 novembre del 2010, l’UNESCO l’ha iscritta nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. È gustosa, è nutriente, ed è associata a una serie di benefici per la salute; è anche facile da seguire e sostenibile a lungo termine. Inoltre, non è necessario vivere in un Paese mediterraneo né uscire di casa per seguirla o trarne beneficio. Insomma: funziona da generazioni e funziona per tutta la vita.
Un modello vincente che, però, rischia di risentire degli effetti del cambiamento climatico, dell’esplosione incontrollata dei costi di produzione e di modelli – secondo alcuni fuorvianti – che puntano a condizionare i consumatori, come il Nutriscore, i cibi sintetici o a base di insetti. A ciò sono da aggiungere gli inevitabili rischi di strumentalizzazione e commercializzazione economica e soprattutto una constatazione allarmante: in Puglia – secondo il Ministero della Salute – così come in tutta Italia solo una percentuale minoritaria della popolazione segue i principi della Dieta Mediterranea e non ci sono differenze significative tra Regioni né tra lo stato socio-economico della popolazione.
Eppure, la nostra regione ha il vantaggio di offrire tutti i nutrienti della Dieta Mediterranea e non può essere sicuramente una scusante il cambiamento degli stili di vita o il minor tempo a disposizione per consumare il pasto o per la preparazione dei piatti. Si è commesso, probabilmente, l’errore, da parte di tutti, di considerare il riconoscimento UNESCO una meta finale, la conclusione di un percorso, e non quello che effettivamente era e cioè un punto di partenza dal quale intraprendere, con prudenza, coraggio e perseveranza uno slancio verso il futuro. Perché la Dieta Mediterranea è molto più che un semplice elenco di alimenti. Promuove l’interazione sociale, si fonda sul rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo.
Sarebbe opportuno allora impegnarsi di più per diffondere i benefici di questo tipo di alimentazione partendo dai più piccoli nelle scuole. Dando alle persone gli strumenti per compiere scelte salutari e informate, per accrescere la consapevolezza che l’alimentazione determina lo stato di salute di una persona a breve ma soprattutto a lungo termine.
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