Durante la sessione plenaria del Comitato europeo delle regioni tenutasi il 14 e 15 maggio a Bruxelles, i leader locali e regionali hanno adottato all’unanimità il parere con cui si chiedono misure supplementari per garantire redditi equi e stabili agli agricoltori e prevenire nuove crisi. Il documento, in risposta alle proposte della Commissione europea per rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera agroalimentare, è stato scritto dalla Presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone. Il parere legislativo era stato presentato anche a Lecce lo scorso 5 aprile nell’incontro dal titolo “Il futuro dell’agricoltura in Puglia tra sfide climatiche e sostegni della nuova Pac”. A essere chiesto dai rappresentanti regionali e locali che hanno accolto con favore le proposte legislative della Commissione europea, ulteriori modifiche del regolamento che istituisce un’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, al fine di garantire agli agricoltori prezzi che coprano almeno i costi di produzione e sostenere gli agricoltori in caso di eventi imprevisti. “È tempo di porre fine alle pratiche commerciali sleali e garantire un reddito equo e dignitoso a coloro che ci nutrono. Stiamo presentando proposte concrete – ha dichiarato la relatrice Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale della Puglia – per dare alle aziende agricole, in particolare a quelle di piccole dimensioni, più potere nella filiera alimentare. Nessun agricoltore dovrebbe essere costretto a vendere in perdita: l’UE deve garantire prezzi equi in linea con i costi di produzione. Le crisi climatiche e idriche stanno già colpendo duramente i nostri agricoltori. La Commissione deve investire ora per proteggere il nostro cibo e coloro che lo producono. Gli agricoltori europei non possono competere in condizioni di disparità. Il Comitato europeo delle Regioni chiede norme più eque e controlli a livello dell’UE per proteggere i nostri agricoltori dalla concorrenza sleale dei prodotti importati – conclude Capone – che non soddisfano i nostri standard.”

Le richieste di città e regioni
Il parere sottolinea che una regolamentazione proattiva del mercato è più efficiente e meno costosa degli interventi messi a punto in reazione alle crisi. Città e regioni chiedono quindi la creazione di un meccanismo per attivare automaticamente riduzioni volontarie della produzione in caso di superamento delle soglie di approvvigionamento. Considerata l’attuale instabilità geopolitica mondiale, il parere raccomanda anche la creazione di riserve agricole strategiche a livello dell’UE per salvaguardare la sicurezza alimentare e la stabilità del mercato durante le crisi future.

Il settore vitivinicolo dell’UE
I membri del Comitato accolgono con favore la proposta della Commissione europea intesa a sostenere il settore vitivinicolo dell’UE di fronte alle nuove sfide e a garantire che esso continui a essere competitivo e resiliente, e che rappresenti una forza economica vitale nel futuro. I rappresentanti locali e regionali chiedono la creazione di un pacchetto di strumenti efficace e coerente per rafforzare la posizione degli agricoltori nel settore vitivinicolo prima della prossima vendemmia.

Le pratiche sleali
Le regioni e le città esortano inoltre a rafforzare l’applicazione delle norme contro le pratiche commerciali sleali, proponendo la creazione di una piattaforma europea dedicata, composta dalle autorità competenti di tutti gli Stati membri, che contribuirebbe a coordinare l’attuazione delle misure stabilite dal regolamento. Il CdR attende con interesse l’imminente revisione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nel 2025, ma ritiene necessario introdurre misure nazionali più rigorose, ampliare l’elenco delle pratiche vietate, punire gli acquisti al di sotto dei costi di produzione e promuovere buone pratiche.

“La grande sfida agricola europea è tenere insieme produttività e sostenibilità – ha affermato Maurizio Martina, vice direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) – Rendere la sostenibilità non un costo ma un fattore trainante della produttività e della redditività del settore passa anche attraverso un legame forte con le regioni e i territori”.