12 Luglio 2025

Approvato dal Consiglio dei Ministri il nuovo decreto flussi

Il provvedimento stabilisce le quote d’ingresso in Italia dei lavoratori non comunitari per il triennio 2026-2028. All’agricoltura e al settore turistico assegnate 267.000 unità

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Approvato dal Consiglio dei Ministri, in esame preliminare, il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri relativo ai flussi migratori per il triennio 2026-2028, che programma per tale periodo gli ingressi regolari in Italia di lavoratori non comunitari. Nell’arco del triennio 2026-2028 le unità autorizzate saranno 497.550. Il provvedimento, come si legge nel comunicato diffuso al termine della seduta del 30 giugno, consentire l’ingresso in Italia di manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale e altrimenti non reperibile. Come sottolineato nella nota, con la stabile individuazione di un meccanismo d’immigrazione legale e controllato, si attivano canali di comunicazione fondamentali nel dialogo con i Paesi di origine dei flussi migratori e si costruisce uno strumento per il contrasto a fenomeni di irregolarità nell’ingresso e permanenza nel nostro Paese, nella lotta contro il lavoro sommerso e allo sfruttamento dei lavoratori.

© Foto: Puglia Verde

Il decreto prevede, per il 2026, 164.850 ingressi autorizzati  

Al lavoro subordinato non stagionale e autonomo assegnate nel triennio 230.550 unità; al lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico, 267.000 unità. Le quote sono state determinate tenendo conto dei fabbisogni espressi dalle parti sociali e delle domande di nulla osta al lavoro effettivamente presentate negli anni scorsi, con l’obiettivo di una programmazione che recepisca le esigenze delle imprese e che sia anche realistica. Resta ferma – si legge ancora nella nota di Palazzo Chigi – la volontà di incentivare gli ingressi fuori quota, anche nella prospettiva di un ridimensionamento del meccanismo del “click day”, che potrà avvenire seguendo un percorso graduale, che riguardi anzitutto i profili professionali più ricercati dai datori di lavoro e che potenzi la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine.

 

 

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